2 novembre – Alpe di Succiso, Cuore selvaggio dell’Appennino Reggiano

2 novembre – Alpe di Succiso, Cuore selvaggio dell’Appennino Reggiano

Alpe di Succiso, Cuore selvaggio dell’Appennino Reggiano
Domenica 2 Novembre 2025
Difficoltà E/EE

A CAUSA DELLE PREVISIONI METEOROLOGICHE SFAVOREVOLI, L’USCITA E’ STATA ANNULLATA! STIAMO GIA’ VALUTANDO LA RIPROGRAMMAZIONE IN UNA DATA FUTURA

L’alpe di Succiso con i suoi 2017 m di altezza domina maestosa la parte più occidentale del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, rappresentando una delle cime più affascinanti e selvagge di questa catena montuosa.

La sua inconfondibile sagoma piramidale si staglia tra verdi vallate, boschi di faggi e pascoli d’alta quota, regalando meravigliosi panorami che si aprono a 360 gradi, spaziando dal crinale appenninico fino alle Alpi Apuane e nelle giornate più limpide al mare Ligure.

Camminare sui sentieri dell’Alpe significa immergersi in un ambiente autentico, scarsamente antropizzato dove la natura regna sovrana mescolandosi alle leggende medievali dell’imperatore Barbarossa.


Descrizione del percorso

La nostra escursione piuttosto lunga ed impegnativa parte dal piccolo piazzale a lato della chiesa di Succiso Nuovo (1000 m slm) dove torneremo seguendo in senso antiorario un percorso ad anello. Percorreremo in salita i sentieri 653, 673, 671 per raggiungere la vetta dell’Alpe mentre per il rientro in discesa seguiremo i sentieri 667, 655.

Fontana disponibile per rifornimento di acqua alla partenza.

La prima parte dell’escursione si svolgerà nel bosco che inizierà a diradarsi in prossimità del bivacco Ghiaccioni (raggiungibile risalendo un breve pendio a lato del sentiero).

Da qui la salita si fa decisamente più ripida, il circo glaciale dell’Alpe si mostra in tutto il suo splendore e tramite faticoso sentiero raggiungeremo il panoramico passo di Pietratagliata che sovrasta le sorgenti del fiume Secchia e che secondo la leggenda venne aperto a colpi di spada dall’imperatore Barbarossa in ritirata con il suo esercito.

Ci aspetta la parte più dura ed emozionante dell’ascesa, inizieremo la erta ed esposta risalita della dorsale Sud dell’Alpe di Succiso fino a raggiungerne finalmente la cima a 2017 m di altitudine (3h e 45’ dalla partenza, +1050m dislivello, 7km).

Dopo una breve sosta per il pranzo una cresta larga ma piuttosto aerea ci porterà alla sella del monte Casarola dalla quale possiamo tramite breve deviazione risalirne la cima oppure iniziare la lunga discesa verso Succiso Nuovo.

I segni dei processi glaciali prima ed erosivi poi sono qui ben evidenti, questo panorama spettacolare ci accompagnerà fino al rifugio Rio Pascolo (chiuso), da lì rientreremo nel bosco ed il sentiero lascerà il posto ad una noiosa strada forestale che ci riporterà al parcheggio (2h e 30’ dalla cima, 6h e 30’ dalla partenza).


Informazioni logistiche

  • Difficoltà escursione: E / EE (sentieri per Escursionisti / Escursionisti Esperti)
  • Dislivello: circa 1050 m di dislivello positivo
  • Sviluppo planimetrico:13 chilometri
  • Tempi di percorrenza: 6/7 ore (soste escluse)
  • Cartografia: Alto Appennino Reggiano 1:25000 Geomedia
  • Abbigliamento e attrezzatura: Abbigliamento adatto ad un’escursione di media montagna, scarponi, zaino, bastoncini telescopici, capo pesante, mantella o k-way,  cappello estivo copricapo, occhiali, guanti, borraccia piena, tessera CAI
  • Pranzo: al sacco
  • Contributo di partecipazione: Soci CAI 5 €, Per i NON Soci assicurazione obbligatoria 12,95€ – Leggi il regolamento gite sociali
  • Percorso automobilistico: Castelnuovo ne’ Monti (sosta colazione), Ramiseto, Succiso Nuovo. Si viaggia con auto proprie
  • Accompagnatori: AE Lorenzo Girardi (per info Whatsapp 3284134270), ASE Giulio Nepoti
  • Prenotazioni: online compilando il modulo di iscrizione a fondo articolo
  • Ritrovo e partenza: Ore 6:30 Piazzale delle Piscine, Carpi

Approfondimenti

La prima cooperativa di paese al mondo: A Succiso vivono 65 persone, metà sono soci della “Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri”, prima al mondo nel suo genere, diventata oggi un modello contro lo spopolamento montano studiato ovunque. Ognuno, per mantenere in vita il paese, dà una mano come e dove serve: in pratica, tutti fanno tutto.

Fino agli anni Settanta vivevano in paese un migliaio di persone e le loro seimila pecore. Poi il borgo ha iniziato a spopolarsi: le case e le stalle sono state abbandonate una dopo l’altra fino alla chiusura dell’ultimo bar, nel 1991.Tutto è (ri)iniziato allora, è a quel punto che nove ragazzi della pro-loco si sono rimboccati le maniche e hanno dato vita alla cooperativa. Il paese, il loro bene più prezioso, da quel momento è bene comune.

Hanno risistemato la vecchia scuola elementare (ora bar, ristorante, bottega e agriturismo). Hanno riaperto una stalla con 270 pecore allevate allo stato brado e iniziato a produrre formaggi e ricotte, registrando il marchio Pecorino dell’Appennino Reggiano: oggi ne vendono 60 quintali l’anno.

Hanno riacceso i forni (producono 20 chili di pane al giorno d’inverno e 80 d’estate), inaugurato una bottega di prodotti artigianali, poi aperto un ristorante e un agriturismo con 6 camere e 20 posti letto. C’è pure un piccolo centro benessere e una “scuola di montagna” per organizzare escursioni e insegnare ai giovani ad amare la natura. Il solo ristorante (favoloso) attira circa 15000 clienti ogni anno.


Modulo di iscrizione