9 marzo – I Fantalpici, Calà del Sasso e i 4444 gradini

I Fantalpici
Calá del Sasso e Sentiero del Vu – Valstagna
Domenica 9 Marzo 2025
Difficoltà: E
La Calà del Sasso è il percorso che collega la frazione Valstagna del comune di Valbrenta, nel Canale di Brenta, alla frazione Sasso di Asiago, nell’Altopiano dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza.
Con i suoi 4444 gradini la Calà del Sasso è la scalinata più lunga d’Italia oltre che una delle scalinate più lunghe al mondo aperte al pubblico (Adam’s Peak, nello Sri Lanka, conta 5500 gradini).
La nostra escursione presenta un giro ad anello con ritorno attraverso il Sentiero panoramico detto del Vu e Alta via del tabacco.
Modulo di iscrizione a fondo articolo
Indice contenuti
Descrizione del percorso
Dal tornante 2, si prosegue sul tratto di strada bianca (sentiero n. 778 CAI) di circa 1km, tra due alte pareti rocciose, fino a Fonte Bessele 255 m (Fontanèa) dove troviamo una struttura in legno con pannello esplicativo della storia dei luoghi e della Calá.
Qui inizia la scalinata vera e propria, che con pendenza rilevante e costante, ci invita a prendere il ritmo della salita. Ci si addentra nel bosco fitto di vegetazione e, in alcune zone i gradini si interrompono per far transitare delle canalette per il deflusso delle acque.
Salendo si arriva ad un piccolo piano sotto la Valle delle Fiorentine che scende dal Salto dei Cavalli, detto appunto Pian dee Fiorentine, seguito da una ripida salita detta Arto dee Fiorentine. Più in alto i versanti si avvicinano stringendo il sentiero tra le pareti di roccia in località Streti, a cui segue un’altra ripida salita dove probabilmente si trovava un tempo un Tiglio, l’Arto del tajar. Si prosegue fino a Santantònì, un luogo di culto dedicato a San Antonio Abate. Proseguendo ci si avvicina ad un imponente pilastro di roccia dall’aspetto di un antico torrione di un castello, il Casteliér, seguito da una profonda cavità nel terreno, la Spiròncia, (o Cùvala) e quindi del Camin, uno stretto passaggio tra due pareti di roccia. Con un’ultima ripida salita, l’Arto de Evina, la Calà termina sul bel prato verde del pianoro di Lobba in Località Evina a Sasso di Asiago. Il prato é attrezzato con panchine e bacheche illustrative.
Ora prendiamo a sx verso il Col D’Astiago (segnavia 800) che su comoda forestale ci porterà al Rif. Lazzarotto non prima di aver affrontato un breve tratto sul bosco molto pendente.
Dal rifugio si torna su strada forestale dove si passa per malga Col dei Remi e si arriva in vetta al Col d’Astiago dove una orrenda struttura dell’acquedotto rovina la cima, per fortuna che dalla cima si ha una vista dal mare Adriatico alle Pale di San Martino.
Dopo una sosta contemplativa, scendiamo verso la Malga Col d’Astiago e ora comincia il bello del sentiero del Vu dove numerose gallerie e postazioni ci riporteranno a percorrere i luoghi della grande Guerra.
Ora proseguendo per il sentiero principale facendo attenzione ai vari sentieri che tagliano sul bosco, ripercorriamo un pezzo dell’altavia del Tabacco che ci condurrà alla scalinata di Cala’ del Sasso e poi tenendo a dx al bivio arriveremo al parcheggio.
NOTA BENE: In qualunque momento, in base alle condizioni climatiche, condizioni del terreno, numero e livello di preparazione dei partecipanti, gli accompagnatori si riservano il diritto di modificare il percorso e/o il punto di partenza/arrivo dell’escursione.
Informazioni logistiche
- PARTENZA: Parcheggio in località Lebo (Valstagna), presso il secondo tornante della strada provinciale Valstagna – Foza (221 m)
- PERCORSO: Chiesa di Sasso di Asiago (965 m)
- DISLIVELLO, TEMPI, LUNGHEZZA: Giro ad anello completo: circa 1150 m D+, 15 km, 5 ore – Solo Calá del Sasso : 750 m D+, circa 2,5 km, 2 ore
- DIFFICOLTÁ: E Facile escursione, difficoltá limitate alla presenza di neve o ghiaccio. Sul Sentiero del Vu sono presenti brevi e facili tratti attrezzati
- Cartografia: Tabacco foglio 050, Altopiano dei Sette Comuni – Asiago – Ortigara 1:25000,
- ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: Bastoncini, scarponi con suola scolpita.
- PRANZO: Al sacco. Ognuno provveda autonomamente al proprio fabbisogno alimentare.
- RITROVO E PARTENZA: ore 6:15 al parcheggio Piscine di Carpi, partenza ore 6:30
- CONTRIBUTO DI PARTECIPAZIONE: Soci CAI € 5
- NON-SOCI CAI: i non soci CAI possono partecipare previa attivazione di assicurazione obbligatoria per la giornata che va richiesta al momento dell’iscrizione. Il costo e’ di € 12,95 (da versare in aggiunta al contributo CAI)
- ACCOMPAGNATORI: Alessia Giubertoni, Marco Bulgarelli, Monica Malagoli
- TERZO TEMPO FANTALPICO: I partecipanti sono invitati a contribuire al “terzo tempo Fantalpico”, che verrá consumato tutti insieme a fine gita, portando buone cose da mangiare, torte squisite e (per chi non guiderá), vino eccellente.
- Percorso Automobilistico: A22 verso Nord, deviazione A4/E70 verso Venezia/Verona Sud, uscita verso SPV, su SPV uscita a Bassano del Grappa, SS 47 della Valsugana e Via Oliero di Sotto in direzione di Via Val Franzela/SP73. Itinerario in GoogleMaps: https://maps.app.goo.gl/1t7H1CjtU17EEr5M6
NOTA BENE: In qualunque momento, in base alle condizioni climatiche, condizioni del terreno, numero e livello di preparazione dei partecipanti, gli accompagnatori si riservano il diritto di modificare il percorso e/o il punto di partenza/arrivo dell’escursione. Leggi regolamento gite sociali
La storia:
La Calà del Sasso deve il suo nome calà (“calata, discesa”) al fatto che veniva sfruttata per far scendere i tronchi d’albero dalla frazione Sasso, sull’Altopiano di Asiago, al Canale di Brenta. Realizzata nel XIV secolo sotto il dominio di Gian Galeazzo Visconti, venne ampiamente sfruttata dai Veneziani dal XV al XVIII secolo per rifornire di legname l’Arsenale per la costruzione di navi. I boscaioli, dopo aver portato a valle i tronchi facendoli scorrere sulla canaletta che costeggia il sentiero a gradoni, potevano acquistare nel paese di Valstagna alimenti come sale o farina, oltre ad altri oggetti, e facevano quindi il percorso di ritorno in salita con un nuovo carico di peso sulle spalle.
Perse la sua importanza come principale via di collegamento fra pianura e Altipiano negli anni fra il XIX e il XX secolo, quando venne realizzata la rotabile del Costo (1850) e la vicina ferrovia Rocchette-Asiago (1909). Originariamente i gradini erano 4422 ma nel 1498, a causa dell’abbassamento del greto del torrente Ronchi, ne furono aggiunti altri 22.
Una parte di questi gradoni sono stati nel tempo erosi dalle acque e di conseguenza andati perduti, ma la struttura del sentiero è ancora chiaramente visibile e, in alcuni tratti, ben mantenuta. Dopo un periodo di degrado e abbandono, negli ultimi decenni il sentiero ha subito processi di rivalorizzazione che hanno portato alla sistemazione dei tratti più danneggiati, diventando un importante itinerario storico-turistico locale.
La leggenda
Si narra in Valbrenta che nel 1638, Loretta e Nicolò, abitanti di Sasso di Asiago e fidanzati in odor di matrimonio, vengono colpiti da sventura: Loretta, in attesa di un figlio, si ammala gravemente e il suo innamorato, determinato a salvarla, parte deciso alla volta di Padova alla ricerca di un unguento miracoloso. Scende la Calà del Sasso e giunto a Valstagna noleggia un cavallo. Pur viaggiando di gran carriera il tempo scorre veloce e col sopraggiungere della notte Nicolò non è ancora tornato. Gli abitanti del Sasso di Asiago decidono allora di scendere con le torce incontro al giovane. Con stupore avvistano lungo la Calà altre luci che salgono: è Nicolò scortato dagli uomini di Valstagna. La storia è a lieto fine con l’unguento che guarisce Loretta e i due fidanzati possono così sposarsi, con la partecipazione di tutti gli abitanti del Sasso e di Valstagna. Da qui la credenza popolare che se due fidanzati percorrono la Calà mano nella mano si ameranno per sempre. A ravvivare questo messaggio d’amore la seconda domenica di agosto tutti gli anni si svolge una fiaccolata commemorativa che porta diverse centinaia di persone da Valstagna verso Sasso di Asiago lungo la Calà, dove vengono accolti da musica e banchetti.
Curiosità
La scalinata Calà del Sasso è stata teatro, nel 1999, di un’impresa singolare: la salita della stessa è stata interamente compiuta da Alberto Limatore senza mai scendere dalla bicicletta né appoggiare un piede a terra.