Il “Città di Carpi” tra i primi rifugi sentinella d’Italia!

Il “Città di Carpi” tra i primi rifugi sentinella d’Italia!

Il rifugio Città di Carpi sentinella dei cambiamenti climatici. E un luogo fisico per la diffusione scientifica.

Nel prossimo notiziario, in uscita online a metà marzo, anche il racconto dell’esperienza sull’Alta Via dei Re, per la rubrica “Zaino in spalla sui cammini nel mondo”, l’iniziativa Wine Trek e la settimana bianca organizzate dalla sezione e poi  i consueti suggerimenti per buoni libri e l’approfondimento sui funghi.

Sui rifugi sentinella abbiamo intervistato il presidente nazionale del comitato scientifico del CAI, Giuliano Cervi.

Sono 13 i rifugi del Cai finora individuati nell’accordo con il CNR per monitorare “dall’alto” i cambiamenti climatici. Tra questi c’è quello della nostra sezione, a 2110 metri nel comune di Auronzo di Cadore, ai Cadini di Misurina. L’accordo con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che prevede anche 4 osservatori dell’ente pubblico, attribuisce ai rifugi l’importante ruolo di sentinella, perché collocati in ambienti molto sensibili alle variazioni del clima che, come sappiamo non è uniforme su tutto il pianeta. E’ accertato ad esempio che la temperatura aumenta, con effetti più significativi, in alcune zone rispetto ad altre.
L’accordo tra il comitato scientifico centrale del CAI e il dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente del CNR risale all’11 novembre 2019, in occasione della giornata internazionale della montagna e prevede che i dati raccolti nei rifugi individuati forniscano informazioni, preziose per la modellistica meteoclimatica e per prospettare possibili scenari evolutivi futuri.
13 al momento i punti di raccolta per questi dati. Perché sia stato scelto tra loro il rifugio Città di Carpi lo chiediamo al presidente del comitato scientifico del Cai, il reggiano Giuliano Cervi.

Perché, tra i tantissimi rifugi sparsi sulle montagne di tutta Italia proprio quello carpigiano?

La scelta è stata dettata da un criterio puramente geografico. Il rifugio Città di Carpi è collocato in un contesto scoperto, alla giusta altezza, con le dotazioni adeguate per poter alimentare e collocare la strumentazione necessaria. Insomma, ha tutte le caratteristiche per essere stato scelto tra i primi e più significativi luoghi per la raccolta dei dati. Abbiamo perciò contattato la vostra sezione e avuto fin da subito una entusiastica collaborazione.

Di quali strumentazioni dovrà dotarsi?

I rifugi devono dotarsi di strumenti di monitoraggio collegati in rete: una stazione meteorologica automatica, webcam, eventualmente pannelli solari ed altri dispositivi.
I gestori del rifugio avranno il compito di controllarne il funzionamento e di segnalare eventuali anomalie a chi dovrà fare manutenzione.

Questi dati, una volta raccolti, come verranno utilizzati?

I dati, una volta processati, confluiranno in un portale web in fase di progettazione e saranno resi disponibili in forma comprensibile e gratuita per tutti.

I soci Cai possono avere un ruolo, se lo desiderano?

Certamente. Possono contribuire al controllo del perfetto funzionamento dei dispositivi e fare a loro volta da sentinella segnalando eventi e situazioni anomale per quanto riguarda conformazione del terreno, flora e fauna.

I rifugi potranno diventare i punti di diffusione “sul campo” della divulgazione scientifica? Quella citizen science, o in questo caso mountaineer science di cui si parla tanto.

E’ uno dei propositi dell’accordo. Il comitato scientifico del Cai divulgherà informazioni sulle specie animali, vegetali e più in generale sulla montagna, con specifici corsi di formazione nei comitati scientifici sezionali per chi vorrà approfondire gli argomenti.
Diventerà inoltre l’occasione per ridare slancio al progetto “rifugi e dintorni”, proposto dal Cai ormai anni fa ma mai decollato.

Riguardo

Giornalista presso Rai - Radiotelevisione Italiana