Nel prossimo Notiziario!

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«Ma chi me lo ha fatto fare?»  Se lo chiedono Enrico Vincenzi , Martino Vecchi  e Chiara Messori, tre corsisti del corso di Roccia R1 da poco concluso. Ce lo siamo chiesti tutti almeno una volta quando, ad esempio, alzando lo sguardo incombe sopra di noi una placca liscia e verticale che si sa di dover risalire. «C’è tutto quel che vuoi» – dice sempre l’istruttore – «guarda bene».

Il Pico del Teide, all’interno dell’omonimo Parco Nazionale, è la montagna più alta di Tenerife, delle Isole Canarie e della Spagna, e raggiunge i 3718 metri sopra il livello del mare. È il terzo vulcano più alto al mondo ed è ancora attivo, come dimostrano le fumarole, emissione di vapori sulfurei, che è possibile osservare alla base della montagna. Giulia di Bari è stata sul Teide, e ci racconta l’esperienza.

Zaino in spalla  per i cammini nel mondo ci porta in Irlanda, sulla Wicklow way. Scritte e manufatti ricordano agli escursionisti che le Fate esistono e che abitano qui nelle foreste con il Piccolo Popolo. Prima di arrivare a Shillelagh, scrivono Felicia Lo Sapio e Nelson Bova, ci fermiamo nel mitico pub “the dying cow”. Mitico non solo perché è l’unico punto di ristoro che abbiamo incontrato finora tra una tappa e l’altra, ma perché è lì a fare la stessa funzione da 300 anni e dal 1881 è gestito dalla stessa famiglia. Incontriamo la nonna, 80 anni circa, e lei è la quarta generazione. I figli la aiutano, e probabilmente anche i nipoti.

Con la preistoria di “Un mondo da (ri)scoprire” andiamo in zona Rifugio Battisti, nell’area della sella tra il Monte Prato e il gruppo del Cusna delimitata dal torrente Ozzola perché l’archeologa e socia della nostra sezione Rachele Discosti ci informa che nel Mesolitico recente, circa 6000 anni fa, qui ci fu un accampamento, con tutto il suo carico di strumenti e di piccole punte di pietra trapezoidali, utilizzate dagli occupanti del sito per armare le loro frecce.

La rubrica di arrampicata sportiva “Oltre lo Spit” ci racconta le falesie  del Parco dei Cento Laghi, sull’Appennino Parmense. Scrive Giulia Di Bari:  Immerse tra i prati della Valle del Cedra, sono il rifugio estivo di chi ha voglia di evadere dalle città senza dover affrontare il traffico delle autostrade. Tuttavia, regalano giornate mozzafiato anche a inizio autunno quando le ore di luce si accorciano e i bagliori rossastri del tramonto dipingono di rosso le pareti di arenaria.

Edi Forghieri si è fatta 1700 metri di dislivello sul Sentiero del Coraza, Dos D’Abramo, Cima Verde, Sparaviel, Guardiol. Nessun orso incontrato (contrariamente agli avvertimenti ricevuti), ma ben 5 esseri umani. Tra gli animali tanti camosci e 3 zecche. Solo queste ultime hanno scelto di tornare a casa con lei.

Tra le serate organizzate nel 2024 in sede gli esperti invitati hanno approfondito tra gli altri i temi dello Sciacallo Dorato con Luca Lapini, Emanuele Fior e Diego Barbacini e delle Evaporiti del Reggiano, World Heritage Unesco,  con Mauro Chiesi. Sul Notiziario la sintesi dei loro interventi.

L’Appennino fotografato da Rino Cipolli questa volta è quello da Casagrande Alto a Monti di Cadiroggio, passando per il castello e per spettacolari calanchi.

Il Coro del Cai di Carpi , con Carmen Gasparini che ce ne parla, è stato a Sestola. Nel repertorio, tra gli stratagemmi per leggere senza farsi scoprire il testo da cantare che non c’è verso di memorizzare, anche un tributo alla Valle d’Aosta, colpita dal maltempo il giorno prima.   

Paropàmiso di Fosco Maraini è il libro recensito da Orville Pelatti. Si tratta del grande intreccio orografico dell’Indo Caucaso, dell’Hindu Kush. Sul Paropàmiso nel 1959 una spedizione romana ascese al Picco Saraghrar, a 7.350 m, mentre l’appuntamento con i Funghi di Stagione di Stefano Beltrami questa volta è con le Finferle, tradizionalmente consumate per le loro ottime qualità organolettiche e l’ottima resa che hanno in cucina, soprattutto in alcune zone, come le Alpi o le pinete umide appenniniche

Riguardo

Giornalista presso Rai - Radiotelevisione Italiana