Orientabussola – ovvero i piccoli piaceri della vita
Nella nostra piccola vita mortale bisogna imparare a dissetarci a piccoli sorsi coi piccoli piaceri. I grandi sono un privilegio di pochi ambiziosi e troppo rari per appagare giornalmente un’anima triste. Anche per questo siamo escursionisti, e di quella peculiare sottospecie del CAI di Carpi dove, oltre al normale benessere platonico che s’offre a chi soffre (notare lo scarto d’apostrofo ndr.) scarpinando su e giù per i monti, abbiamo a disposizione un supplemento di piccoli piaceri della vita, di quei piccoli momenti per cui vale la pena vivere.
Partecipare all’Orientabussola ad esempio è uno di questi. Chi in passato ha gareggiato o ne conosce la sua trasposizione letteraria può capirne il concetto.
Ora, sappiamo che Olivo è per natura un attrattore di sfide; se c’è lui, ogni manifestazione s’insaporisce di spezie piccanti e quando si accinge ad organizzare qualcosa per il CAI, un piccolo piacere gustativo mi pervade le papille dell’anima. Non è cinismo, anzi, è la sublimazione d’un profondo senso d’amicizia, tanto più forte, quanto più riuscirà a far scaturire grandi gioie da grandi sofferenze. Le mie gioie dalle sofferenze di un percorso difficile, così la mia bilancia dei sentimenti si riequilibra.
Il 29 giugno c’erano insomma sufficienti premesse per un’epica giornata di vere sfide. Invece il fato ha voluto privarci di questo piccolo piacere ed ha deciso di lasciare a casa nomi eccellenti senza fornirne alcuna spiegazione plausibile. Olivo stesso si è sottratto alla manifestazione preferendo le smeraldine acque della Sardegna ai verdeggianti boschi dei Taburri, eletti per l’occasione a campo di battaglia per una sana giornata di orienteering.
Chi ha scelto comunque di prender parte all’Orientabussola, lo ha fatto proprio per assaporare questi piccoli piaceri supplementari e il percorso di gara doveva essere tecnico e per niente scontato. Così leggermente alleggerito, e suddiviso in tre livelli di difficoltà è stato sfornato un buon tragitto da far assaporare a tutti gli iscritti.
Appena finito di piazzar le lanterne, ecco che scorgo le auto coi partecipanti. Viste da lontano mi sembrano una carovana di dromedari curvi e gibbosi, guidata da un mastodontico cammelliere col un fuoristrada bianco, ma i passeggeri all’interno, con le loro borse frigo e le sporte ricolme di viveri, ne tradiscono subito la vera natura di escursionisti in pellegrinaggio. Appena scesi dalle auto, posso invece distinguerli scherzosamente (altro mio piccolo piacere) in sei simpatiche categorie:
Gli attrezzati: Ivano F., Eleonora, Chiara, Edipo e Vito, con talmente tanti viveri e suppellettili al seguito che sembra debbano passare l’inverno ai Taburri senza mai dover scendere a valle.
I minimalisti: Federico e Federica in tenuta relax puramente estiva, capisco dal look che non parteciperanno alla gara.
Gli esperti: Corrado e Arturo, avendo preso parte alle precedenti edizioni, non vedono l’ora di iniziare la prova dispensando nel frattempo consigli e tattiche.
Il gruppo: Matteo, Costanza, Federico, Filippo e Francesco, fanno la felicità di ogni organizzatore; numerosi, eterogenei e altamente motivati.
Il redivivo: uno solo tuttavia atteso da mesi, il figliol prodigo Ivano B. con ginocchio della lavandaia ma forma fisica verosimilmente ottimale.
Gli schivi: Daniele e Gianluca, essendo gli unici non soci della sezione e spiazzati da tanto baccano, hanno preferito osservare gli altri in silenzio. Sul campo però hanno urlato il loro valore.
Appena partiti tutti, chi per la gara, chi per un giro sui monti, provo ad ingannare l’attesa con un paio di bicchieri di vino (ennesimo piccolo piacere). Leggermente alticcio per il vino incorporato, ho preferito non fare il giro di ricognizione sul percorso e sdraiato all’ombra di un faggio, ho aspettato i concorrenti all’arrivo. Per la cronaca di gara quindi non mi rimane altro che farvi leggere la classifica ufficiale:
Percorso corto:
Filippo, Francesco, Costanza 1h 53’
Percorso lungo:
Daniele 1h 05’
Gianluca 1h 16’
Arturo 2h 00’
Eleonora & Ivano F. 2h 10’
Ivano B. 2h 12′
Corrado 2h 13’
Edipo 2h 24’
Chiara & Vito 5h 49’ (2h 09’ + 180’ di penalità per lanterne saltate)
Se si parla di piccoli piaceri non si può non parlare del gran banchetto di fine gara, approntato spartanamente sul tavolato dell’area picnic, che dopo ben tre ore di saliscendi si è fatto desiderare, dove ci veniva anche offerto gratuitamente dal barbecue dei nostri vicini, il piacere di una bella boccata di fumo nazionale senza filtro, che ha insaporito con un sottile aroma di costine alla brace i nostri salami mantovani, pani nostrani, paste compre, torte fatte in casa, lambruschi d.o.c., spume bionde e caffè liofilizzati.
Infine, last but not least, il bel piacere di ritornare stanchi ma felici a valle, sotto una scrosciante pioggia col sudore ancora ghiacciato nelle camiciole, verso il più grande dei piccoli piaceri che io ricevo dall’andare in montagna; quello che è figlio dell’affanno e padre della soddisfazione, nell’aver visto ancora una volta tutti i partecipanti; uomini e donne, adulti e bimbi, corridori e semplici passeggiatori, mettersi sempre in gioco, per arrivare degnamente al traguardo.
Un Grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato e condiviso con me questa (piccola) piacevole giornata all’aria aperta.
Paolo Lottini